Partendo dalla definizione del tema della ricerca, i portali nell’edilizia civile della città di Udine, in relazione agli aspetti formali, materici e tecnologici, individuato l’oggetto di studio (i portali, ma anche i portoni e alcune porte, nella difficoltà di distinguere, in contesti diversi, entità con funzioni simili), è stata delimitata l’area di studio (il centro storico della città di Udine), è stato ristretto il periodo di interesse (compreso essenzialmente tra il XVI e il XX secolo), è stata valutata la consistenza (252 elementi) ed é stata data notizia dei principali testi di riferimento per lo studio specifico intrapreso.


Lo studio delle vicende storiche prima, costruttive poi, è andato definendo un quadro generale indispensabile alla collocazione della produzione udinese nel tempo e nei luoghi. Le allegate tavole sinottiche danno riscontro di quanto commentato.

L’analisi dei dati raccolti per la schedatura dei 172 portali di particolare interesse, scelti tra gli iniziali 252, ha permesso l’inquadramento delle caratteristiche formali salienti dei portali udinese nel campo più vasto del territorio italiano, privilegiando, comunque, i riferimenti alla produzione architettonica di area veneta, che tanto ha influenzato le realizzazioni udinesi. È andata prendendo corpo l’idea di un rigore marziale nei portali cittadini del tutto singolare, forse legato alla presenza in città, a partire dalla fine del XVI secolo, dei proti della costruenda fortezza di Palmanova e delle milizia veneziane, forse solo risultato di un atteggiamento schivo e serio, apparentemente quasi dimesso, conseguenza della secolare dipendenza dalla Dominante.

Dalle forme ai materiali: l’analisi diretta dei manufatti ha portato all’individuazione quasi completa delle pietre utilizzate per i portali cittadini, delle quali sono state illustrate le caratteristiche fondamentali in relazione all’uso in edilizia, e segnalate le probabili aree di provenienza. La netta prevalenza della pietra piasentina, cavata nella vicina area del Cividalese, ha permesso di dare un senso compiuto all’utilizzo sporadico di pietre diverse. È stata, inoltre, posta l’attenzione alla difficile individuazione dell’area di provenienza del calcare fossilifero utilizzato in alcuni portali cinquecenteschi e successivi, trovando una risposta nell’uso parallelo sia della pietra cavata nel Pordenonese, nell’area di Clauzetto, sia di quella proveniente dal Carso Triestino (Aurisina).

La realizzazione di un portale è stata, nel tempo, strettamente legata non solo alla disponibilità di materiale, ma anche, e soprattutto, alla presenza di maestranze specializzate: al loro operare e alle presenze in città è stato fatto pertanto riferimento.

La disponibilità di carte d’archivio e dei rilievi geometrici di dettaglio ha permesso di porre l’attenzione all’utilità dell’impiego delle unità di misura originarie di progetto per la comprensione diretta dei rapporti dimensionali tra le parti, delle consuetudini costruttive e di progetto. È stato, altresì, fatto cenno agli aspetti relativi ai tempi di lavorazione degli elementi lapidei e alla posa in opera dei manufatti.
Sono stati illustrati i contenuti dei due repertori di studio realizzati, il REPERTORIO DEI PORTALI DEL CENTRO STORICO DI UDINE e il REPERTORIO DEI PORTALI DI RIFERIMENTO IN REGIONE, alla base di inquadramento approfondito in relazione alle forme, ai materiali, alle tecniche. È stata data, nel contempo, spiegazione della loro strutturazione e delle possibilità di interrogazione.
L’approfondimento dello studio degli aspetti formali, materici e tecnologici delle caratteristiche dei singoli portali ha portato alla realizzazione del CATALOGO DI UDINE, per 172 esempi cittadini, integrati dalle schede e dai rilievi di dettaglio di ulteriori 21 portali. È stato rendicontato in dettaglio delle caratterisitiche delle sue schede componenti.


La curiosità, l’interesse, il piacere dello studio hanno permesso di passare dall’osservazione opaca alla dimensione del fare, delle cose, dei pensieri.


Le pietre mute sono riuscite a parlare del loro essere elementi architettonici, testimoni di un luogo e di un tempo, forse dando voce a chi dalle montagne le aveva volute e portate lontano, in città.


dettagli: palazzo Agricola, largo delle Grazie 36, Udine